Cosa significa “crescere”?- Le spinte e le resistenze al cambiamento dei giovani adulti

“Sembrava una mattina come tante altre. Sveglia presto, caffè di corsa, vestirsi, lavarsi, provare a dare un senso ai capelli, un filo di trucco…per poi immergersi nel traffico mattutino della Capitale ed affrontare la solita routine noiosa, ma rassicurante. Quella mattina di autunno, assorta nei miei pensieri, ferma ad un semaforo, mi accorsi di un particolare che mi colpì senza capirne sul momento il senso: il mio sguardo si soffermò su una semplice foglia secca, una foglia ormai rigida e color marroncino che rotolava per la strada trasportata dal vento. Inerme, la foglia fece molti metri davanti a me sull’asfalto, come cullata dal soffio del vento, mentre io ero lì, ferma, bloccata a guardarla e ad aspettare il mio turno verde per passare. 

Nei giorni seguenti mi ritornò in mente più volte quell’immagine ed il suono del vento; ad accompagnare i miei ricordi, una forte sensazione di freddo. Mi chiesi come mai mi avesse colpito quella situazione così ordinaria e banale, vista altre mille volte,  ed avesse reso quella mattina diversa dalle altre mattine. Capii che quell’evento era la metafora perfetta della mia vita: in quel particolare momento di vita mi sentivo insicura, non sapevo se voler essere vento o foglia, trasportare o essere trasportata dagli eventi, impormi o essere inerme, fare o non fare, crescere o non crescere.  

E pensai al Peter Pan di Berrie che “finisce per rimanere imprigionato nell’abisso dell’uomo che non vuole diventare e del ragazzo che non può continuare  ad essere” perché anche io mi sentivo in quel limbo, ma finalmente riuscivo ad accorgermi di quanto fossi stufa di scegliere di non scegliere.”
 
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La Depressione e la Psicoterapia – L’esigenza di essere ascoltati

A volte basta sentirsi lievemente giù di morale per pensare impropriamente “sono depresso” e avere il bisogno di comunicarlo all’esterno.

Nel linguaggio comune si abusa sovente del termine “depressione” parlando del proprio umore, probabilmente con l’intento di lanciare un messaggio alle persone care legato alla necessità di essere contenuti ed accuditi in un periodo di generica tristezza che, però, non identifica la presenza di una patologia, ma più che altro è l’espressione di una “normale” fase di cambiamento. Ogni cambiamento porta con sé delle perdite; quotidianamente facciamo conoscenza di vissuti depressivi, perché quotidianamente affrontiamo con fatica perdite di oggetti interni ed esterni che appartengono alla sicurezza del nostro passato e che nel presente sono inevitabilmente assenti. Durante le fasi di crisi (e quindi di cambiamento) dello sviluppo “normale”, affrontiamo vissuti depressivi necessari per integrare nuovi oggetti interni e accedere ad un sé più maturo. Questa esperienza depressiva è costruttiva, ne è un esempio l’adolescenza, periodo in cui l’umore subisce un’alternanza di alti e bassi fisiologici che danno il “là” alla maturazione ed alla crescita.

 

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Tabagismo – Aspetti Psicologici dietro il bisogno di fumare

Sui pacchetti di sigarette e negli occhi della gente leggiamo quotidianamente “il fumo nuoce gravemente alla salute”. Ogni fumatore dipendente ne è consapevole, giacché vive sul proprio corpo gli effetti nocivi del fumo, della dipendenza e conosce perfettamente gli studi sui rischi associati all’abuso di nicotina nel tempo. Conoscere a cosa si va incontro, però, non rappresenta una spinta considerevole allo smettere di fumare. Come mai?

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Le Dipendenze “Sane” – cresciamo dipendendo…

Quando parliamo o sentiamo parlare di dipendenze facciamo spesso i conti con sentimenti di preoccupazione, paura, rabbia… Ci spaventa e ci fa arrabbiare l’idea di perdere il controllo su noi stessi, cadere e superare una fantomatica linea di confine fra il nostro volere e il subire. A volte ci preoccupa anche solo sapere di non essere indipendenti e dipendere da cose, eventi o persone esterne al nostro mondo interiore.

Guardiamo alle grandi e invalidanti dipendenze (da sostanze, ad esempio) con paura anche quando sono lontane da noi poiché ne conosciamo i meccanismi che quotidianamente sperimentiamo: ogni giorno viviamo piccole forme di dipendenza, comuni e pressoché salutari. Ancor prima della nostra nascita e per molti anni di vita, infatti, sperimentiamo la dipendenza dalle cure e dalle attenzioni di nostra madre. Arriva un giorno in cui crediamo di aver ottenuto un buon grado di indipendenza da lei, molto spesso nella fase di ribellione e separazione adolescenziale, quando impariamo a gestire nel bene e nel male i nostri piccoli impegni e dover

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Abbuffate Emotive – Come controllarle!

Il cibo è banalmente ciò che ci mantiene in vita, ma al contempo rappresenta significati che sono strettamente legati, in maniera differente per ognuno di noi, ad un insieme di emozioni precise e ambivalenti. Può essere una gratificazione o una punizione, una scusa per interagire, una scelta attraverso cui esprimere il proprio modo di essere, una difficile dipendenza da cui uscire, un piacevole conforto, un nemico da combattere..Il cibo rappresenta il pensiero ossessivo di chi mette in atto comportamenti disfunzionali nel tentativo di distruggere quell’idea di “nemico/amico”, rischiando invece solo di annientare se stesso.  È il caso dei disturbi del comportamento alimentare. Hanno origine psicologica e sociale e sono influenzati perlopiù da fattori ambientali; viene compromessa conseguentemente anche la salute fisica dell’individuo.

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La Gelosia – Cosa rappresenta in Amore?

Non è facile affrontare il tema della gelosia nelle relazioni d’amore, semplicemente perché rappresenta un insieme di idee ed emozioni familiari e, in un certo senso, spaventose. Nell’osservare una discussione amorosa fra due amici, è immediato riconoscere la gelosia come causa scatenante; possiamo facilmente etichettare l’altro come “geloso” e riderci su, ma quando siamo noi a farne esperienza e sono gli altri a farcelo notale, tendiamo a sminuire o negarne l’esistenza. La gelosia è riconosciuta socialmente ed erroneamente come un difetto del carattere e vissuta come una debolezza: rappresenta la fragilità umana del non bastare a se stessi, del dipendere da un oggetto esterno posseduto e amato, un oggetto che condiziona scelte e comportamenti al solo timore (reale o immaginario) di perderlo ed esserne costretti a fare a meno.

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Storie d’amore impossibili – Come uscirne?

Gli amori impossibili sono amori rari, imperfetti, tormentati, struggenti, passionali, folli.

Sono amori indimenticabili fatti di sentimenti ambivalenti; crescono e diventano colmanti in un alternarsi di scariche di adrenalina e sofferenze. Anche chi non li ha vissuti, conosce i sentimenti che accompagnano l’esperienza di un amore impossibile: sa riconoscere l’ingiustizia come conseguenza di una scelta altrui (dell’amante o del contesto), identificarsi nella sofferenza di non poter vivere un sentimento forte e devastante e sperimentare l’illusione  di “ciò che poteva essere, ma non è stato”. In un amore impossibile possiamo sentirci vivi come mai prima e contemporaneamente fare i conti con una sempre lontana felicità,  sperimentando la sofferenza dell’irraggiungibilità di un amore sicuro

Ma essere felici è davvero l’obiettivo di ogni esistenza?

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